Torpakh e i Semi del Nulla

Torpakh e i Semi del Nulla

 regia: Aram Ghasemy

coreografie: Lazare Ohandja

video: Stefano Comba

datore luci: Beppe Sordi

direzione tecnica: Marco D’Amico

con Aram Ghasemy e Lazare Ohandja

voce fuori campo : Romana Palomba Dell’Arena

Costumi : Valentina Ferracioli

maschere: Aram Ghasemy

musiche di : Stefano Ianne , Philip Glass

 

Sono morto come pietra e come pianta sorto.
Sono morto come pianta e ancora risorto come animale.
Sono morto come animale e rinato come uomo.


Perché temere allora di divenire meno morendo?

Ancora una volta moriro’ come uomo;
per risorgere come un angelo perfetto dalla testa
alla punta dei piedi.

Ed ancora quando da angelo soffrirò la dissoluzione, io mutero’ in cio’ che supera l’umano concetto.

 

Lasciate che io diventi il nulla, poichè, con un suono d’organo, il nulla canta per me: a lui noi ritorneremo.

Rumi (1207-1273)

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Un essere umano prende forma e si sviluppa nel ventre della terra, e nasce da un chicco di caffè; lentamente prende coscienza di se, del suo corpo e degli stimoli che lo animano: tra questi ultimi il più forte è quello della fame. Una volta riempita la pancia, l’essere comincia a sentire il bisogno di relazionarsi con i suoi simili: gioco, scambio di esperienze e di sapere, amore, conflitti…

La crescita che deriva dalla relazione con l’altro lo conduce a una capacità sempre maggiore di gestire la propria esistenza e i propri bisogni, e a un certo punto a fermarsi e ad accumulare cibo, oggetti, denaro, tecnologia…

Stiamo rotolando all’indietro per la china dell’evoluzione?

In avanti, giù da un’incontrollabile discesa tecnologica?

Oppure andiamo a ricongiungerci semplicemente con il chicco originario che racchiude il Nulla?

con il contributo di:

La Marzocco srl